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Independence of Israel. The anti-globalization movement must not become a moveme

ImgPress | 11.05.2011 12:54 | Anti-racism | World

Many anarchists and anti-globalization activists in Italy make slanderous acts and violations of privacy and dignity of non-violent activists of Jewish origin. This is a serious mistake, because it becomes an ideology of freedom and equality in a form of anti-Semitic propaganda, intolerant and violent.

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14 MAGGIO: ISRAELE CELEBRA 63 ANNI DI INDIPENDENZA

 https://www.indymedia.org.uk/uk/servlet/OpenMir?do=opensession&sessiontype=article&language=en&to_uk=&nrmediaitems=0&nrftpitems=0&dontpost=Text+Only+Publishing

mercoledì, 11 maggio 111 ore 14:48:18
Negli ultimi anni ho subito un gran numero di minacce, intimidazioni, agguati e aggressioni mediatiche, insulti e azioni di infimo "dossieraggio" a causa del mio amore per il popolo ebraico, del mio impegno per la memoria della Shoah e l'educazione dei giovani all'Olocausto: un amore legato sia alle mie più antiche radici, sia alla mia vicinanza a tanti sopravvissuti all'Olocausto. Anche oggi, visitando i blog neonazisti o quelli gestiti dagli anarchici italiani (gli estremi si toccano, anche se diverso è l'atteggiamento del movimenti di critica globale in altri paesi, con cui spesso ho un rapporto costruttivo ed eccellente) si possono leggere messaggi offensivi e ostili nei miei confronti, connessi proprio ai miei studi sull'Olocausto e sulla realtà mediorientale. Mi ha particolarmente amareggiato, nel corso di una mia missione al campo Rom del Triboniano, l'essere stato definito - davanti a giovanissimi Rom - da alcuni esponenti del gruppo di "antirazzisti anarchici milanesi" quale "sporco ebreo sionista" e il Gruppo di difensori dei diritti umani di cui sono co-presidente quale "setta di rabbini". Recentemente, altri sedicenti "noglobal" mi hanno bollato con queste parole “Attenzione, è refrattario alle etichette, sulla canottiera le stacca sempre. Forse la stella gli da fastidio”. Negli stessi blog, altri volenterosi "anarchici" hanno trascorso ore in rete, cercando qualcosa nel mio presente o nel mio passato che potesse servire per screditare la mia persona, non trovando altro di meglio che la pubblicazione del Dizionario Enciclopedico sugli UFO (Giunti Editore), il mio vecchio lavoro di pubblicitario (per uno stipendio da fame che tuttavia mi è servito per soccorrere tanti esseri umani in difficoltà: Santa Pubblicità!) e un mio messaggio di auguri in occasione della nascita della bambina di Gianfranco Fini: auguri di crescere in un mondo tollerante, in mezzo a bambini liberi di tutti i popoli. Contemporaneamente, gli stessi giovani "ribelli" hanno definito la coraggiosa azione civile di Matteo Pegoraro - con cui condivido da anni tante azioni per i diritti umani - per ottenere il riconoscimento del'unione con il suo compagno come un "simpatico e goliardico tentativo di sposarsi": è chiaro che questi giovanotti dalle idee confuse non hanno la minima idea di cosa significhi lottare con le armi della nonviolenza per evitare che i diritti fondamentali della persona siano calpestati. Altro è la goliardia, altro il livore che obnubila la ragione. Ma il clima che mi circonda non basta a indurmi a sorvolare su una ricorrenza che ha un grande valore civile e storico: il 63° anniversario della nascita di Israele. "Il 14 maggio 1948 in Eretz Israel è nato il popolo ebraico...". Roberto Malini

Dichiarazione della Fondazione dello Stato d'Israele

14 maggio 1948

In ERETZ ISRAEL è nato il popolo ebraico, qui si è formata la sua identità spirituale, religiosa e politica, qui ha vissuto una vita indipendente, qui ha creato valori culturali con portata nazionale e universale e ha dato al mondo l'eterno Libro dei Libri.

Dopo essere stato forzatamente esiliato dalla sua terra, il popolo le rimase fedele attraverso tutte le dispersioni e non cessò mai di pregare e di sperare nel ritorno alla sua terra e nel ripristino in essa della libertà politica.

Spinti da questo attaccamento storico e tradizionale, gli ebrei aspirarono in ogni successiva generazione a tornare e stabilirsi nella loro antica patria; e nelle ultime generazioni ritornarono in massa. Pionieri, ma'apilim e difensori fecero fiorire i deserti, rivivere la loro lingua ebraica, costruirono villaggi e città e crearono una comunità in crescita, che controllava la propria economia e la propria cultura, amante della pace e in grado di difendersi, portando i vantaggi del progresso a tutti gli abitanti del paese e aspirando all'indipendenza nazionale.

Nell'anno 5657 (1897), alla chiamata del precursore della concezione d'uno Stato ebraico Theodor Herzl, fu indetto il primo congresso sionista che proclamò il diritto del popolo ebraico alla rinascita nazionale del suo paese.

Questo diritto fu riconosciuto nella dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917 e riaffermato col Mandato della Società delle Nazioni che, in particolare, dava sanzione internazionale al legame storico tra il popolo ebraico ed Eretz Israel [Terra d’Israele] e al diritto del popolo ebraico di ricostruire il suo focolare nazionale.

La Shoà [catastrofe] che si è abbattuta recentemente sul popolo ebraico, in cui milioni di ebrei in Europa sono stati massacrati, ha dimostrato concretamente la necessità di risolvere il problema del popolo ebraico privo di patria e di indipendenza, con la rinascita dello Stato ebraico in Eretz Israel che spalancherà le porte della patria a ogni ebreo e conferirà al popolo ebraico la posizione di membro a diritti uguali nella famiglia delle nazioni.

I sopravvissuti all'Olocausto nazista in Europa, così come gli ebrei di altri paesi, non hanno cessato di emigrare in Eretz Israel, nonostante le difficoltà, gli impedimenti e i pericoli e non hanno smesso di rivendicare il loro diritto a una vita di dignità, libertà e onesto lavoro nella patria del loro popolo.

Durante la seconda guerra mondiale, la comunità ebraica di questo paese diede il suo pieno contributo alla lotta dei popoli amanti della libertà e della pace contro le forze della malvagità nazista e, col sangue dei suoi soldati e il suo sforzo bellico, si guadagnò il diritto di essere annoverata fra i popoli che fondarono le Nazioni Unite.

Il 29 novembre 1947, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione che esigeva la fondazione di uno Stato ebraico in Eretz Israel. L'Assemblea Generale chiedeva che gli abitanti di Eretz Israel compissero loro stessi i passi necessari da parte loro alla messa in atto della risoluzione. Questo riconoscimento delle Nazioni Unite del diritto del popolo ebraico a fondare il proprio Stato è irrevocabile.

Questo diritto è il diritto naturale del popolo ebraico a essere, come tutti gli altri popoli, indipendente nel proprio Stato sovrano.

Quindi noi, membri del Consiglio del Popolo, rappresentanti della Comunità Ebraica in Eretz Israele e del Movimento Sionista, siamo qui riuniti nel giorno della fine del Mandato Britannico su Eretz Israel e, in virtù del nostro diritto naturale e storico e della risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dichiariamo la fondazione di uno Stato ebraico in Eretz Israel, che avrà il nome di Stato d'Israele.

Decidiamo che, con effetto dal momento della fine del Mandato, stanotte, giorno di sabato 6 di Iyar 5708, 15 maggio 1948, fino a quando saranno regolarmente stabilite le autorità dello Stato elette secondo la Costituzione che sarà adottata dall'Assemblea costituente eletta non più tardi del 1 ottobre 1948, il Consiglio del Popolo opererà come provvisorio Consiglio di Stato, e il suo organo esecutivo, l'Amministrazione del Popolo, sarà il Governo provvisorio dello Stato ebraico che sarà chiamato Israele.

Lo Stato d’Israele sarà aperto per l'immigrazione ebraica e per la riunione degli esuli, incrementerà lo sviluppo del paese per il bene di tutti i suoi abitanti, sarà fondato sulla libertà, sulla giustizia e sulla pace come predetto dai profeti d'Israele, assicurerà completa uguaglianza di diritti sociali e politici a tutti i suoi abitanti senza distinzione di religione, razza o sesso, garantirà libertà di religione, di coscienza, di lingua, di istruzione e di cultura, preserverà i luoghi santi di tutte le religioni e sarà fedele ai principi della Carta delle Nazioni Unite.

Lo Stato d’Israele sarà pronto a collaborare con le agenzie e le rappresentanze delle Nazioni Unite per l'applicazione della risoluzione dell'Assemblea Generale del 29 novembre 1947 e compirà passi per realizzare l'unità economica di tutte le parti di Eretz Israel.

Facciamo appello alle Nazioni Unite affinché assistano il popolo ebraico nella costruzione del suo Stato e accolgano lo Stato ebraico nella famiglia delle nazioni.

Facciamo appello - nel mezzo dell'attacco che ci viene sferrato contro da mesi - ai cittadini arabi dello Stato di Israele affinché mantengano la pace e partecipino alla costruzione dello Stato sulla base della piena e uguale cittadinanza e della rappresentanza appropriata in tutte le sue istituzioni provvisorie e permanenti.

Tendiamo una mano di pace e di buon vicinato a tutti gli Stati vicini e ai loro popoli, e facciamo loro appello affinché stabiliscano legami di collaborazione e di aiuto reciproco col sovrano popolo ebraico stabilito nella sua terra. Lo Stato d'Israele è pronto a compiere la sua parte in uno sforzo comune per il progresso del Medio Oriente intero.

Facciamo appello al popolo ebraico dovunque nella Diaspora affinché si raccolga intorno alla comunità ebraica di Eretz Israel e la sostenga nello sforzo dell'immigrazione e della costruzione e la assista nella grande impresa per la realizzazione dell'antica aspirazione: la redenzione di Israele.

Confidando nell'Onnipotente, noi firmiamo questa Dichiarazione in questa sessione del Consiglio di Stato provvisorio, sul suolo della patria, nella città' di Tel Aviv, oggi, vigilia di sabato 5 Iyar 5708, 14 maggio 1948.

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