Hidden Article

This posting has been hidden because it breaches the Indymedia UK (IMC UK) Editorial Guidelines.

IMC UK is an interactive site offering inclusive participation. All postings to the open publishing newswire are the responsibility of the individual authors and not of IMC UK. Although IMC UK volunteers attempt to ensure accuracy of the newswire, they take no responsibility legal or otherwise for the contents of the open publishing site. Mention of external web sites or services is for information purposes only and constitutes neither an endorsement nor a recommendation.

RINA-Canepa & Campi: quando il made in Italy è cri

mrbean@autistici.org (Mr. Bean - interceptor®) | 26.11.2011 16:55 | London

Haugesund (Norvegia) 26 novembre 1999. Nel mare del Nord annegano 16 persone. Complice in questo caso anche il made in Italy criminale.

Un catamarano nuovo di zecca entra in collisione con uno scoglio. In piena stagione invernale nelle acque gelidissime dell’Artico 16 persone non riescono a trovare scampo. Di 85 persone a bordo riescono a mettersi in salvo soltanto 65 passeggeri. Gli altri muoiono affogati. A pochi metri dalla salvezza. Eppure le 16 vittime non sono decedute per l’impatto e teoricamente si sarebbero potute anche salvare dal momento che indossavano i regolari giubbotti di salvataggio in dotazione al catamarano.

C’è solo un problema. I giubbotti di salvataggio erano difettosi. Fa un certo effetto pensare ad un corpo che galleggia ma con la faccia in giù. Eppure è così. I giubbotti killer si chiamano “Reversible Lifejaket Artica A“ e sono prodotti dall’azienda genovese Canepa & Campi (Manesseno – Genova). Benché fossero gravemente difettosi furono regolarmente certificati come efficaci ed idonei alla navigazione dal RINA (Registro Italiano Navale).

Non stiamo parlando di un difettino di quart’ordine ma di una defaillance dai risvolti mortali. I giubbotti assassini prodotti da Canepa & Campi “Artica” infatti non solo galleggiavano malamente ma non riuscivano neanche a mantenere efficacemente il capo fuori dall’acqua. Una tragedia nella tragedia. A distanza di qualche anno da quella sciagura emergono però anche alcuni documenti interessanti sulla sciagura che vi vogliamo sottoporre. Fare chiarezza su una sciagura come questa non riporterà certo in vita i defunti però contribuirà a gettare uno spiraglio di luce su una vicenda già dimenticata e rimossa. 16 giovani vite spezzate. Anche per colpa della negligenza umana. Purtroppo, ancora una volta, c’è di mezzo il Made in Italy criminale. Un Made in Italy del quale certo non possiamo andare fieri.

Probabilmente non molti di voi ricorderanno questo sciagurato incidente di mare. Purtroppo la stampa italiana è pochino disattenta quando le notizie lambiscono prestigiose aziende italiane. Ma all’estero la notizia dello Sleipner ha fatto abbastanza scalpore (ne hanno parlato diffusamente i principali giornali internazionali). Soprattutto all’indomani della tragedia scoppiò la polemica sui micidiali giubbotti di salvataggio prodotti dall’italiana Canepa & Campi certificati dall’italiana RINA sui quali si puntò subito il dito contro. Non so a voi, ma fa un certo senso sentire parlare di annegamenti quando i superstiti indossavano un regolare giubbotto di salvataggio. Come pure fa anche un certo effetto vedere un corpo immobile nell’acqua (con indosso un giubbotto di salvataggio italiano) che ha il capo totalmente immerso a faccia in giù. Come normalmente avviene in questi casi - almeno nel nostro Paese - non partì subito la ricerca delle responsabilità ma partì a razzo la corsa allo scarico delle responsabilità (sport nazionale tutto nostrano).

In particolare le due aziende italiane direttamente coinvolte (RINA e Canepa & Campi) cercarono da subito di allontanare lo spettro delle infamanti accuse arrampicandosi sugli specchi e producendo (con scarsi risultati) argomentazioni a favore dei prodotti di salvataggio italiani. Per perorare la loro causa, in prima battuta scese in campo anche l’Ammiraglio Eugenio Sicurezza (già il nome è tutto un programma) all’epoca Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto del Ministero dei Trasporti e delle Navigazione, che il 22 giugno 2000 scrive alla Commissione Europea D.G. Tren, Directorate G, Maritime Safety dichiarando che secondo gli standard italiani i giubbotti Artica erano perfettamente regolari e che avevano superato tutti i test del caso, il tutto certificato con documenti alla mano e riprese filmate (copia della lettera è quì riprodotta e allegata pdf):

“These test gave satisfactory result, as outline in the relevant RINA Report dated 5 February 2000 which is attached to this letter, thus confirming the result of the tests carried out in 1997” ossia “Queste prove hanno dato risultati soddisfacenti, come nella relazione di rilevante RINA del 5 febbraio 2000 che è allegata alla presente lettera, confermando così il risultato delle prove effettuate nel 1997”

La sponsorizzazione ad alto livello di Sicurezza non rassicurò per niente le autorità norvegesi e non sortì l’effetto desiderato. II 23 agosto 2000 The Commission of inquiry into the Hight Speed M/S Sleipner Disaster, allarmati più che mai dall’atteggiamento irresponsabile delle autorità ialiane, scrivono direttamente alla società Canepa & Campi chiedendo di poter prendere visione di questi nuovi tests condotti in Italia e dal momento che tutto è stato anche videoregistrato di poter ottenere una copia della videocassetta. Alla Commissione stanno aspettando il VHS ancora oggi (trovate copia della lettera è quì riprodotta e allegata pdf):

“Dear sir, The Commission of inquiry into the MS Sleipner disaster refers to your letter of 7th March 2000, with a report from donning test and water performance test of the Artica model enclosed. According to the report, the donning and water performance test was videotaped. The Commission would be pleased to receive a copy of this videotape. Last winter, you sent us a copy of the original test reports of Artica A and B, worked out by RINA and dated Genoa, May 7 1997. We can not find reports from donning tests here. Did RINA - or others – work out donning tests prior to the type approval of Artica A and B? The Commission is looking forward to your reply. Ole Christian Borge (Secretary of the Commission)”.

Nel tentativo di riuscire ad allontanare lo spettro d’aver commercializzato un dispositivi salvavita killer allora si pensò bene di coinvolgere uno dei massimi esperti del settore, per procacciare tesi che potessero essere a favore della versione RINA/Canepa & Campi, entra così in scena un noto personaggio (almeno per gli addetti ai lavori) tal Bill Courtney, celebre inventore e progettista di giubbotti di salvataggio, il quale in data 21 luglio 2000 scrive un’enigmatica lettera al Dott. Renato Campi, Amm. Del. Della società Canepa & Campi (trovate copia della lettera è quì riprodotta e allegata pdf):

“Dear Renato Campi, after 14 years of research into buoyant air way protection it has been discovered that the solution to PDF turning moment i.e. airway protection while wearing a Life Jacket, is lead. This week the UL & USCG are pool testing the role of ballast in eliminating PDF stabilized airway submersion. I have written you a length regarding MCA’s concerns and actions at a private page at: http://watersafeandsurvival.com/rcampi,htm Attached is a photo of my daughter taken at the pool where she was receiving swimming lesson when she first complained about floating face down during her Life Jacket class. As you will see at the site:http://watersafeandsurvival.com/ she has been instrumental in resolving MCA’s ‘serious concerns’. I hope you are the right company to redress the recall. I sincerely look forward to you thoughts and comment”

Per riassumere in due parole, Bill Courtney scrive al produttore dei giubbotti assassini che finalmente dopo 14 anni di ricerche nel campo della protezione con salvagenti finalmente è stato scoperto come proteggere efficacemente le vie respiratorie indossando i famigerati giubbotti di salvataggio. Scoprire questo solo dopo la sciagura dello Sleipner ha il vago sapore della beffa. Courtney aggiunge: “le allego una foto di mia figlia scattata in piscina durante una lezione di nuoto, quando lei per la prima volta si è lamentata che stava galleggiando a faccia in giù durante la lezione con il giubbotto di salvataggio. Come può vedere al sito (link) … Sinceramente attendo vs. pensieri e commenti”.

La vera doccia fredda però arriverà via mail il 19 luglio 2000 data in cui un organismo statunitense il Water Safety & Survival contatta la società Canepa & Campi inviando un Memorandum riservato ad oggetto: “Canepa & Campi PFD Stabilized Airway Submersion in the 'Síeipner Tragedy”. Il dossier affronta la tragedia dello Sleipner spiegando come un giubbotto di salvataggio efficace dovrebbe stabilizzare un naufrago in mare proteggendone le vie respiratorie. Vi ritrascriviamo in testo originale in inglese con la traduzione dei passaggi salienti (scusate la traduzione “al volo” ma più o meno il senso è quello). Trovate copia della comunicazione mail quì riprodotta e allegata pdf:

“Canepa & Campi PFD Stabilized Airway Submersion in the 'Síeipner Tragedy' July 19, 2000 Via Email rcampi@canepaecampi.com Dear Mr. Renato Campi, On all PFDs tested to date. our research has without exception. demonstrated that if a victim enters the water face first., no PFD is capable of rolling the 'unconscious’ victim over into an airvay protected position. The consumer's innate desire for airway protection is captured by the MCA's PFD Performance Standards. 3.1 lt shall have sufficient buoyancy and stability in calm fresh water to: 1.2 turn the body of an unconscious person in the water from any position to one where the mouth is clear of the water in not more than 5 seconds. We have been unable to locate any product in the market place that is capable of attaining such performance. We are uncertain how the MCA tests to 3, 1.2 but the Undenvriter's Laboratory in conjuction with the U.S. Coast Guard, relies upon the contrived 'three stroke test' whereby the tester builds up velocity before feigning unconsciousness in order to power the PFD's turning. The awkward failure of life jackets to reliabIy provide airway protection is only subliminally alluded to in phrases such as 'Without three strokes', or ‘Possibly in calm water' a victim might find themselves 'On top of the buoyancy' i.e., floating face down, airway submerged while wearing their Type 1 Offshore Life Jacket. There exists a serious cognitive dissonance between: 1) Consumer and MCA Expectations of PFD performance, i.e. Reliable Turning, 2) Artificial Methodologies created by testing agencies to achieve that performance, i.e. three stroke turning test, 3) And Reality, i.e. without tester assistance, PFDs can and do stabilize victims in a face down position. Canepa & Campi Artica is to my knowledge, the first to be held up to the international community as liable for the contlict between the belief that life jackets do protect the airway as canonized in the 'standards' and the reality that, the majority if not all, current PFDs are NOT capable of actively protecting the airway of unconscious victims floating face down at sea. One offsetting consequence of the unfortunate 'Sleipner` tragedy is that C&C is now in the unique position of being allowed, if not internationally challenged, to solve the PFD turning problem. We would lie to propose the solution by which C&C can now meet the standard of reliable turning. Once C&C has unequivocally rectified the failure of turning that plagues the industry you will be in position to request equivalent performance reviews. While other manufacturers are legally stymied about how to openly address such. a serious product defect as PFD stabilized airway submersion, C&C with its current exposure and now novel solution in hard will be free to approach the entire commercial carrier market. The disclosed Ballasted PFD / BPFD, by accentuating distinct ballast and buoyant moments achieves demonstrable superiority in airway protection. The BPFD raises the performance bar for the entire industry. The BPFD not only meets existing performance standards but provides the first Life Jacket capable of fulfilling real world expectations held by both consumers and the legal community for reliable airway protection through Active Self Rescue. Alter 14 years of research, it was discovered that the capacity of a PFD to roll over an unconscious victim without their assistance can only be accomplished by the inclusion of a ballast member. A small weight attached to the PFD works in a synergistic fashion with the inherent or inflatable buoyancy of the vest. It is the ballast that provides the critical energy necessary to destabilize the face down position thereby initiating the self-rescue roll. After initiation the ballast continues to power the self-rescue roll through to completion. The BPFD will roll the unconscious victim out of the water and onto their back, repeatedly if necessary, as would be required in choppy seas, into an airway protected position. Additionally the ballast allows a relocation of the PFD's buoyancy so that more buoyancy can be placed behind the victim's head and neck thereby improving freeboard. Another design advance of adding a ballasting moment to the PFD is that it enhances the surface stability of the PFD once the victim achieves airway protection, opposing efforts of an agitated sea state to flip an unconscious victim over onto their face. Fínally the ballast's efficacy allows a net reduction of buoyant material that leads to decreased bulk, which results in increased comfort, compliance, cosmetics and therefore real world efficacy in drowning prevention, a CEN directive. Notably, a decedent wearing a BPFD, that dies from trauma such as a head injury prior to water entry will not be found floating face down in the water where PFD stabilized airway submersion complicates ‘assessment of causation' by the recovering agency. Having just returned from the U. S. PFDMA (PFD Manufactures Association) meeting in Florida this month, pool side' testing at the 'PFD University' in the presence of UL, USCG and US PFD manufacturers clearly demonstrated that current PFDs allow face down flotation. Reiterating, without significant assistance from the in water PFD tester, we have not been able to identify any Type 1 Off Shore Life Jacket capable of protecting the airway of an unconscious victim contrary to denoted standards. MCA's 'serious concern’ about the ability of the Artica A & B to roll over an unconscious victim is clear but the unasked question is what PFD does MCA recommend in place of the Canepa & Campi PFD as being able to conform to 3.1.2? If MCA maintains their insistence upon active self rescue of an unconscious victim in 5 seconds then the currentIy disclosed BPFD has clear market superiority. We would like to confer about the introductions of the first precedent setting advance in PFD design since the introduction of SOLAS. We would like to discuss our findings and product recommendations. We are certain that our proposed "fix" will meet and exceed all RIN, BV, MCA, UL, USCG... standards. If there is sufficient interest, Robert Carmichael will be in Italy in a couple of weeks and would be willing to demonstrate the current state of research and development of Ballasi Mediateti Active Self rescue. The attached web site is in rapid evolution. A diverse range of practical as well as cosmetic embodiments not disclosed therein have been reduced to practice such that from the outside the BPFD can be made indistinguishable from existing PFDs if so desired. A quick release feature allows Type B Buoyant Aids to be converted instantly into Type A Life Jackets to sustain compliance in the recreational market. As you read this UL & USCG are testing the SOLAS Type 1 PFD with integrated ballast. Look forward to speaking with you at your earliest convience, Wiffiam Courtney, M.D. We.invite your review of our research.

Water Safety & Survival

1990 Highway One

Elk, California USA, 95432

divemed@mcn.org (707) 877-3323”

Riassumiamo i passaggi salienti del Memorandum del Water Safety & Survival:

“Egregio Sig. Campi, su tutti i PFD testati a questa data, la ns. ricerca ha dimostrato senza eccezione che, se una vittima entra in acqua con la testa, non vi è PFD capace di far rotolare la vittima incosciente in una posizione protetta per la vie respiratorie… il giubbotto Artica di Canepa & Campi è, per quanto ne sappia, il primo ad essere utilizzato dalla comunità internazionale come affidabile per il contrasto tra la credenza che i giubbotti di salvataggio proteggano le vie respiratorie, come statuito dagli standards, e la realtà invece è che, nella maggior parte dei casi se non in tutti, l PFD in uso NON sono in grado di proteggere attivamente le vie respiratorie di una vittima non cosciente che galleggia a faccia in giù nel mare. Una conseguenza della sfortunata tragedia Sleipner è che Canepa & Campi è ora l’unica ad essere in una posizione autorizzata, insfidata a livello internazionale, ma con il problema di dover risolvere la rotazione del PFD. Noi gradiremmo proporvi la soluzione con cui Canepa & Campi ora potrebbe soddisfare affidabilmente il problema della rotazione. Una volta che Campi & Campi avrà inequivocabilmente rettificato il difetto della rotazione che affligge i suoi prodotti, sarà in grado di richiedere una corrispondente revisione delle performances. Mentre altri fabbricanti non sanno come risolvere un difetto così serio come l’immersione stabilizzata delle vie respiratorie del PFD. Canepa & Campi con la sua attuale esposizione ed ora nuova soluzione, difficilmente sarà libera di approcciare l’intero mercato … Il BPFD aumenta la soglia di performance per l’intera produzione. Il BPFD non solo soddisfa gli standard di performance esistenti, ma fornisce il primo giubbotto di salvataggio capace di incontrare le reali aspettative, sia dei consumatori sia della disposizioni legislative per la protezione affidabile delle vie respiratorie, tramite L’Auto Socorso Attivo. Dopo 14 anni di ricerche, si è scoperto che la capacità di un PFD di girare una vittima non cosciente senza assistenza può solo essere compiuta con l’inclusione di un fattore di zavorra. Un piccolo peso attaccato al PFD lavora in modo sinergico con il galleggiante inerente o gonfiabile del giubbotto. E’ la zavorra che fornisce l’energia critica necessaria a destabilizzare la posizione a faccia in giù perciò iniziare l’auto-salvataggio girandosi. Dopodichè la zavorra continua a dare energia permettendo il girarsi e l’auto salvataggio. Il BPFD ruoterà la vittima non cosciente fuori dall’acqua e sulla schiena, se necessario ripetutamente, com’è necessario in mare mosso, in posizione protetta per le vie respiratorie. Inoltre, questa reazione permetterà un riposizionamento del galleggiamento del PFD cosicchè ci sia più galleggiamento dietro la testa ed il collo della vittima, perciò migliorando il galleggiamento. Un altro avanzamento di design è l’aggiunta di un elemento di zavorra al PFD che aumenti la stabilità in superficie una volta che la vittima raggiunge la protezione delle vie respiratorie, opponendo la forza del mare agitato che tende a far scivolare una vittima non cosciente sulla propria faccia. Infine l’efficacia della zavorra permetterà una netta riduzione del materiale galleggiante che porta a diminuire la massa, dando come risultato aumento del comfort, conformità, estetica e perciò efficacia reale nella prevenzione dell’annegamento , secondo le direttive CEN. Si è notato che uno dei deceduti che indossa un BPFD, e che muore in seguito a trauma come ferita alla testa prima di entrare in acqua, non sarà trovato a galleggiare a faccia in giù …. Essendo appena tornato dal meeting PFDMA (associazione Fabbricanti PFD) che si è tenuto in Florida questo mese, i test a bordo piscina alla PFD University in presenza di UL, USCG, e dei fabbricanti PFD USA, dimostrano chiaramente che i PFD in uso permettono il galleggiamento a faccia in giù. Senza una significativa assistenza in acqua da parte del collaudatore del PFD, non siamo stati in grado di identificare alcun Giubbotto di salvataggio Off Shore Tipo 1 capace di proteggere le vie respiratorie di una vittima non cosciente al contrario degli standard denotati. Il serio dispiacere di MCA circa l’abilità dell’Artica A & B di rovesciare una vittima non cosciente è chiaro, ma la domanda non posta è: quale PFD la MCA raccomanda invece del PFD di Canepa & Campi che sia in grado di essere conforme al 3.1.2? Se la MCA mantiene la sua insistenza sull’auto salvataggio attivo di una vittima non cosciente in 5 secondi, allora il BPFD correntemente rilevato ha una chiara superiorità di mercato. Gradiremmo conferire circa le presentazioni del primo precedente avanzamento di design del PFD dalla presentazione del SOLAS. Gradiremmo discutere i nostri risultati e raccomandazioni di prodotto. Siamo certi che il nostro “fix” proposto soddisferà e supererà tutti gli standard RIN, BV, MCA, UL, USCG… se c’è sufficiente interesse, Robert Carmichael sarà in Italia tra un paio di settimane e avrebbe intenzione di dimostrare che lo stato attuale della ricerca e sviluppo dell’Auto Soccorso Attivo…”.

La domanda, o meglio le domande che si potrebbero formulare sarebbero parecchie, ne facciamo solo alcune: c’è un salvagente che non garantisce che il viso rimanga fuori dell’acqua, ma anzi se usato ruota il naufrago a faccia in giù, ci chiediamo, ma com’è possibile che sto giubbotto killer possa essere stato commercializzato.? Com’è possibile che un’ente di certificazione come il RINA non si sia accorto di questi gravi difetti e abbia dato il suo assenso validando come perfetti sti giubbotti assassini? Ma con che coscienza si può mettere a repentaglio la vita delle persone? Sta gente quì continua imperturbabilmente a fare il proprio lavoro, gli uni a produrre accessori per la nautica e gli altri a rilasciare certificazioni. Ci domandiamo: ma qualcuno si prende la briga di controllare che non facciano altre stronzate del genere? Sicuri che quello che è accaduto non si ripeterà in futuro? Le domande son più che legittime, perché quando parliamo di negligenze (almeno nel caso del RINA) i segnali che arrivano periodicamente non sono per niente incoraggianti.

Ci sono 16 vittime che da 12 anni attendono ancora giustizia. E ci sono anche loro, i parenti delle vittime che chiedono di sapere la verità, anche perché quello che è accaduto non succeda ad altri. Noi ritorneremo certamente sull’argomento, con documenti inediti ed articoli (belin se torneremo ci potete giurare).

Intanto un doveroso omaggio alle povere vittime del Catamarano Sleipner.

Per non dimenticare.

-------------------------

Articoli (più o meno) correlati:

- “Canepa & Campi – Made in Italy CRIMINALE!”

http://piemonte.indymedia.org/article/6526

- “Canepa & Campi può uccidere” http://liguria.indymedia.org/node/750 - “CANEPA & CAMPI – ASSASSINI” http://piemonte.indymedia.org/articolohiddato/958?a=1

- “Rina un altro Made in Italy criminale”. http://liguria.indymedia.org/node/6033

- “RINA: altri 1000 morti sulla coscienza”.
http://piemonte.indymedia.org/article/9520

- “Personale abusivo in FINCANTIERI. RINA dorme”.

http://piemonte.indymedia.org/article/12577

- RINA, Sarpi & ABB: in Algeria qualità in saldo http://piemonte.indymedia.org/article/13112

- “RINA, un’altra nave colata a picco”.

http://piemonte.indymedia.org/article/13496

- “RINA: misterioso affondamento nel Porto di Napoli”

http://piemonte.indymedia.org/article/13649

- “RINA sponsorizza il carbone. E si catta D’Appolonia”.

http://piemonte.indymedia.org/article/13492

- “RINA-Genova: P.zza Dante Park Project”

http://piemonte.indymedia.org/article/13272

- “Banche e RINA scoprono le Rinnovabili (Eureka!)”

http://piemonte.indymedia.org/article/12898

- “RINA VS Indymedia“ http://piemonte.indymedia.org/article/12636

- “GENOVA - SPY STORY AL PESTO - ECCO COME COECLERICI SPA SPIAVA”
http://piemonte.indymedia.org/article/1347

- “Mafioso è bello" (parola di COECLERICI)“
http://piemonte.indymedia.org/article/1700

- “La Repubblica (CIR Group): ecco come funziona la fabbrica del fango”.
http://piemonte.indymedia.org/article/8579

- “ENI, "codice etico" e Servizi Segreti”
http://piemonte.indymedia.org/article/5520

mrbean@autistici.org (Mr. Bean - interceptor®)
Original article on IMC London: http://london.indymedia.org/articles/11068

UK Indymedia

Hidden Article

RINA-Canepa & Campi: quando il made in Italy è cri