250 Thousand march in Assisi Italy against the war
Luther Blissett | 14.10.2001 18:39
Assisi, 250 mila persone per dire no alla guerra
Una marcia imponente sorvegliata dagli elicotteri
Assisi, 250 thousand people say no to the war
A peacefull march with helicopters following throughout.
Una marcia imponente sorvegliata dagli elicotteri
Assisi, 250 thousand people say no to the war
A peacefull march with helicopters following throughout.
http://www.repubblica.it/online/politica/marcia/partita/partita.html
Assisi, 250 mila persone
per dire no alla guerra
Una marcia imponente sorvegliata dagli elicotteri
Solo qualche fischio per i politici
PERUGIA - Sono arrivati in tanti,
più degli anni passati. Un sole
accecante li ha accompagnati
da Perugia ad Assisi. In
duecentocinquantamila in
marcia per la pace. A salutarli
alla partenza, una donna
afgana. Il suo messaggio è
semplice: "Basta con la guerra,
non vogliamo più vedere i nostri
figli morire". Ad accogliere la
testa del corteo che alle 15.30 si
affaccia sul piazzale davanti alla
Rocca Maggiore di Assisi, una
Coca Cola "no-global",
un'aranciata senza logo, cioè
rigorosamente fuori dalle grandi
catene di distribuzione. E' una
marcia diversa da quella delle
origini, 25 chilometri ininterrotti
di gente di diverse estrazioni:
cattolici, laici, no global e tante
gente comune. La testa del corteo arriva alle porte di Assisi verso
mezzogiorno e oltre sei ore dopo le radio della polizia gracchiano che
la coda è ancora lontana. Si suda, il popolo della pace cerca riparo all'
ombra, ma non si ferma. A Ponte San Giovanni i manifestanti
invadono anche la superstrada. Ma, dopo i tanti timori della vigilia per
l'ordine pubblico, tutto fila liscio. Ci sono le "Donne in nero": una
indossa un burqa, il vestito che copre le donne afgane, per ricordare
quello che accade in quel paese. C'è chi chiede il rispetto dei diritti del
popolo curdo e chi sventola una bandiera con la foto di Ocalan.
Quando i boy scout che aprono il corteo, hanno già percorso venti
chilometri, svaniscono anche le polemiche che hanno accompagnato
la vigilia di questa quarantesima maratona per la pace. Ne è convinto
Flavio Lotti, portavoce della Tavola della pace, l'organismo che ha
promosso la manifestazione. "La partecipazione di oggi - dice Lotti -
ha fatto piazza pulita delle polemiche". E ne è convinto anche Giovanni
Berlinguer: "Le polemiche si assopiscono quando si vedono
tantissimi giovani entusiasti marciare insieme per la pace". Certo
qualche fischio accoglie i politici. Contestati Massimo D'Alema e
Francesco Rutelli, ma sembra prevalere tutto sommato una serena e
tranquilla indifferenza.
Uniti hanno marciato Rutelli, D'Alema, Fassino, Berlinguer, Bordon,
Bertinotti, Diliberto, Francescato, Bindi, Cofferati e anche Casarini ed
Agnoletto. Un corteo compatto, fino a mezzogiorno, quando un
centinaio di manifestanti si stacca e devia dal percorso. Invade la
statale E45, tra le proteste degli automobilisti, bloccati sulla strada.
Gli altri proseguono. Ci sono i Verdi, che sfilano con le bandiere degli
Usa e dell'Islam sulla stessa asta e una grande scritta su uno
striscione: "Pace subito".
Francesco Rutelli è in prima fila, nonostante il timore di contestazioni
da parte dell'ala più radicale del movimento no global. "Terribile", per
Rutelli il fatto che i bombardamenti angloamericani della scorsa notte
abbiano provocato vittime civili. "Purtroppo è successo. Siamo tutti
impegnati - aggiunge Rutelli - perché "il conflitto finisca prima
possibile. Ma l'intervento militare è doveroso, indispensabile per
combattere il terrorisimo".
Olivero Diliberto, dei Comunisti italiani: "Questa marcia - ha detto -
vede una partecipazione straordinaria. Mi dicono quattro volte
superiore a tutte le altre. E' il segno che il popolo dell'Ulivo, la sinistra
sono contro la guerra. E meno male che qualcuno dell'Ulivo ha
presentato in parlamento una risoluzione diversa". E poi c'è Walter
Veltroni, il sindaco di Roma, con indosso la fascia tricolore. "Non ci
sarà pace finchè il terrorismo non sarà sconfitto".
Uno scriscione del Genoa social forum apre invece il settore nel
quale sono confluiti i giovani antagonisti della globalizzazione. A
sorreggerlo ci sono anche Francesco Casarini e Vittorio Agnoletto.
Nessuno però ha scelto di indossare le tute bianche. "Le polemiche -
ha detto Agnoletto - sono chiuse dal sentire comune dei tanti che
sono qua. Il 99 per cento dei presenti sono infatti, senza dubbio,
contro questa guerra e contro il terrorismo. Ne devono prendere atto
tutti, a cominciare dai partiti del centro-sinistra".
Assisi, 250 mila persone
per dire no alla guerra
Una marcia imponente sorvegliata dagli elicotteri
Solo qualche fischio per i politici
PERUGIA - Sono arrivati in tanti,
più degli anni passati. Un sole
accecante li ha accompagnati
da Perugia ad Assisi. In
duecentocinquantamila in
marcia per la pace. A salutarli
alla partenza, una donna
afgana. Il suo messaggio è
semplice: "Basta con la guerra,
non vogliamo più vedere i nostri
figli morire". Ad accogliere la
testa del corteo che alle 15.30 si
affaccia sul piazzale davanti alla
Rocca Maggiore di Assisi, una
Coca Cola "no-global",
un'aranciata senza logo, cioè
rigorosamente fuori dalle grandi
catene di distribuzione. E' una
marcia diversa da quella delle
origini, 25 chilometri ininterrotti
di gente di diverse estrazioni:
cattolici, laici, no global e tante
gente comune. La testa del corteo arriva alle porte di Assisi verso
mezzogiorno e oltre sei ore dopo le radio della polizia gracchiano che
la coda è ancora lontana. Si suda, il popolo della pace cerca riparo all'
ombra, ma non si ferma. A Ponte San Giovanni i manifestanti
invadono anche la superstrada. Ma, dopo i tanti timori della vigilia per
l'ordine pubblico, tutto fila liscio. Ci sono le "Donne in nero": una
indossa un burqa, il vestito che copre le donne afgane, per ricordare
quello che accade in quel paese. C'è chi chiede il rispetto dei diritti del
popolo curdo e chi sventola una bandiera con la foto di Ocalan.
Quando i boy scout che aprono il corteo, hanno già percorso venti
chilometri, svaniscono anche le polemiche che hanno accompagnato
la vigilia di questa quarantesima maratona per la pace. Ne è convinto
Flavio Lotti, portavoce della Tavola della pace, l'organismo che ha
promosso la manifestazione. "La partecipazione di oggi - dice Lotti -
ha fatto piazza pulita delle polemiche". E ne è convinto anche Giovanni
Berlinguer: "Le polemiche si assopiscono quando si vedono
tantissimi giovani entusiasti marciare insieme per la pace". Certo
qualche fischio accoglie i politici. Contestati Massimo D'Alema e
Francesco Rutelli, ma sembra prevalere tutto sommato una serena e
tranquilla indifferenza.
Uniti hanno marciato Rutelli, D'Alema, Fassino, Berlinguer, Bordon,
Bertinotti, Diliberto, Francescato, Bindi, Cofferati e anche Casarini ed
Agnoletto. Un corteo compatto, fino a mezzogiorno, quando un
centinaio di manifestanti si stacca e devia dal percorso. Invade la
statale E45, tra le proteste degli automobilisti, bloccati sulla strada.
Gli altri proseguono. Ci sono i Verdi, che sfilano con le bandiere degli
Usa e dell'Islam sulla stessa asta e una grande scritta su uno
striscione: "Pace subito".
Francesco Rutelli è in prima fila, nonostante il timore di contestazioni
da parte dell'ala più radicale del movimento no global. "Terribile", per
Rutelli il fatto che i bombardamenti angloamericani della scorsa notte
abbiano provocato vittime civili. "Purtroppo è successo. Siamo tutti
impegnati - aggiunge Rutelli - perché "il conflitto finisca prima
possibile. Ma l'intervento militare è doveroso, indispensabile per
combattere il terrorisimo".
Olivero Diliberto, dei Comunisti italiani: "Questa marcia - ha detto -
vede una partecipazione straordinaria. Mi dicono quattro volte
superiore a tutte le altre. E' il segno che il popolo dell'Ulivo, la sinistra
sono contro la guerra. E meno male che qualcuno dell'Ulivo ha
presentato in parlamento una risoluzione diversa". E poi c'è Walter
Veltroni, il sindaco di Roma, con indosso la fascia tricolore. "Non ci
sarà pace finchè il terrorismo non sarà sconfitto".
Uno scriscione del Genoa social forum apre invece il settore nel
quale sono confluiti i giovani antagonisti della globalizzazione. A
sorreggerlo ci sono anche Francesco Casarini e Vittorio Agnoletto.
Nessuno però ha scelto di indossare le tute bianche. "Le polemiche -
ha detto Agnoletto - sono chiuse dal sentire comune dei tanti che
sono qua. Il 99 per cento dei presenti sono infatti, senza dubbio,
contro questa guerra e contro il terrorismo. Ne devono prendere atto
tutti, a cominciare dai partiti del centro-sinistra".
Luther Blissett
Homepage:
http://www.repubblica.it/online/politica/marcia/partita/partita.html